Storia

Gennaio Anno 2013 Il ‘Circolo Fotografico Arno’ fu fondato l’otto Ottobre 1981 da nove giovani fotoamatori: Dario Angelillo, Silvio Benini, Enrico, Bonechi Antonio Bottacci, Luciano Cardonati, Sergio Falugi, Silvano Monchi, Giuseppe Nardi e Romeo Righi che, incontrandosi e scontrandosi in concorsi fotografici locali, decisero di unire le loro forze per dar vita ad un’associazione che avesse come scopo la divulgazione della fotografia. Presentazione ‘Una vita fotografica solitaria è impossibile: una reale crescita della tecnica individuale, del linguaggio e della cultura fotografica in generale, si ottimizza solo con lo scambio e il confronto di idee ed esperienze. Nella vita collettiva di un circolo, dove ciò avviene puntualmente, ognuno di noi è prezioso, dove le conoscenze e le idee degli uni si amalgamano con l’entusiasmo, l’impegno e la fantasia degli altri, a beneficio di tutti. Chiunque è in grado di offrire qualcosa, in termini di disponibilità, capacità o collaborazione, trova nel Circolo Fotografico Arno una degna e precisa collocazione.’ L’idea di creare un Circolo. All’inizio degli anni Ottanta alcuni appassionati di fotografia, poi futuri soci fondatori del circolo, si incontravano spesso nel negozio di fotografia “Rabatti” a Castelfranco di Sopra, che da normale luogo per fare acquisti era diventato un punto di ritrovo per scambiarsi idee e parlare di fotografia, dato che in zona non esisteva ancora nessun circolo che se ne occupasse. Questo negozio era diventato un vero e proprio riferimento per i fotoamatori del periodo, in particolare nei giorni in cui vi lavorava Brunetto Zatini, era aperto anche nelle ore serali, con un afflusso di appassionati maggiore rispetto al normale orario di apertura. In seguito gli “incontri” proseguiranno nel negozio dello stesso Brunetto in località Matassino a Figline Valdarno, dove c’era l’occasione di visionare le fotografie realizzate e scambiare opinioni in merito. Talvolta le stesse persone si incontravano alle premiazioni dei concorsi fotografici locali e anche in giro a fare fotografie, tanto che dall’iniziale scambio di bonarie battute, nacque una vera e propria passione comune e la necessità di condividerla con gli altri. Infine un giorno, Silvano Monchi e Sergio Falugi incontratisi all’edicola in località Matassino e discutendo del più e del meno, di fotografia, del problema che in zona non c’era uno spazio come un circolo fotografico dove ritrovarsi per condividere questa passione, ebbero l’idea: “Facciamolo noi un circolo, informiamoci come si fa e facciamolo!”. Così Silvano Monchi andò negli uffici del Comune di Figline V.no a parlare con l’allora Assessore alla Cultura Elisa Ermini e con il Sindaco Giuliano Odori, che si dimostrarono disponibili fin da subito a mettere a disposizione un locale comunale dove fare le prime riunioni; il primo passo era fatto. Nel frattempo, grazie ad un passaparola nei negozi di fotografia “Rabatti” e da “Brunetto”, fu stabilita, nei giorni a seguire, la prima riunione, senza sapere con precisione chi vi avrebbe partecipato. Così la sera del 23 Ottobre 1981 nella sala del Consiglio Comunale si ritrovarono i soci fondatori del circolo fotografico. Era un venerdì e così cominciarono a darsi appuntamento per il venerdì successivo, poi a quello successivo ancora, per tre o quattro volte nella sala del Consiglio Comunale e ad ogni incontro il numero degli intervenuti raddoppiava incredibilmente, nelle prime quattro o cinque riunioni ci fu un vero boom, grazie al passaparola ogni nuovo socio portava con se qualche amico interessato alla nascente associazione di fotoamatori. Il Consiglio direttivo, lo Statuto e il logo marchio del circolo. Nasce così a Figline V.no il primo Circolo fotografico, che, forte di tante adesioni, comincia a muovere i primi passi, ma ancora non aveva una propria “identità”specifica, ovvero manca un nome che identifichi in modo chiaro ed univoco l’associazione. Il nome del circolo fu scelto durante la seconda o terza riunione, quando il numero dei partecipanti cominciò ad aumentare ed era quindi necessario regolarizzare la posizione dell’associazione. Silvano Monchi propose il nome “Circolo Fotografico Figlinese”, ma Sergio Falugi, democraticamente, precisò che non tutti gli intervenuti abitavano a Figline Valdarno e quindi suggerì “Circolo Fotografico Arno”, un nome che accomunasse tutti i fotoamatori del Valdarno, quest’ultimo fu subito accolto positivamente e divenne il nome ufficiale dell’associazione di fotoamatori. Sempre in una delle prime riunioni, tra i tanti nuovi soci, arrivò un ragazzo brillante, Claudio Vivoli, il più giovane dei soci, ma molto esperto di burocrazia per circoli, in quanto faceva già parte di un’altra associazione di fotografi naturalisti, inoltre aveva alle spalle esperienze politiche e quindi riuscì ad inquadrare la situazione creando il giusto sodalizio tra passione fotografica e burocrazia dei regolamenti. Fu così costituito il Consiglio Direttivo, organo composto da un Presidente, un Vice-presidente, da un Segretario e vari Consiglieri che organizzano e coordinano le varie attività previste all’interno di un circolo. Silvano Monchi che fin dall’inizio si era impegnato in prima linea per la nascita del circolo, e considerato che nessuno altro aspirava alla posizione di Presidente, si trovò a ricoprire questa carica che da trent’anni, tra gioie e dolori, se la porta ancora sulle spalle. Furono inoltre incaricati i seguenti soci: cassiere Leandro Lazzerini, vicepresidente Sergio Falugi, segretario Claudio Vivoli ed altri nove consiglieri. In seguito divenne cassiere Luciano Vivoli, fratello di Claudio, perché era l’unico che lavorava in zona ed aveva tempo durante il giorno per assolvere le operazioni bancarie. Soltanto successivamente si arrivò alla stesura di uno Statuto, documento che legittima l’esistenza di un’associazione culturale senza fini di lucro, ne regola l’organizzazione, le attività e i rapporti tra i soci. Una volta redatto lo Statuto, documento a cui Claudio Vivoli lavorava durante la settimana, la sua versione definitiva fu, per mancanza di denaro, registrata soltanto il 21 Marzo del 1983 (riportiamo in appendice copia dell’atto). Infatti, i primi anni di attività del Circolo servirono per darsi un’organizzazione interna. All’inizio non c’era neppure una quota di iscrizione ed una cassa comune, e così spendere sessanta o settantamila lire per la registrazione dello Statuto era una cifra esagerata per allora, nonostante ciò questo documento regolò la vita dell’associazione fin dalla sua nascita. Nel 1982, in occasione della prima mostra sociale, fu commissionato ad un’azienda grafica di studiare un logo che rappresentasse l’associazione; questi realizzarono la macchina fotografica gialla composta dalle lettere “ARNO”, che tutt’oggi identifica il circolo, ed in alternativa l’ignoto e distinto signore che si toglie il cilindro, quest’ultimo fu poi scelto come logo ufficiale della prima mostra fotografica. Le sedi. Dopo aver definito l’organigramma dell’associazione, i membri del Consiglio Direttivo andarono dal Sindaco per comunicargli l’avvenuta nascita del Circolo Fotografico Arno e la necessità di avere a disposizione una sede stabile, perché non era possibile ricorrere sempre alla sala del Consiglio Comunale dato che i partecipanti alle riunioni erano in aumento. Così senza bisogno di parlare tanto, venne subito assegnato al Circolo un locale all’ultimo piano del Palazzo Pretorio di Figline, in Piazza San Francesco, dove i soci iniziarono, per la prima volta, ‘a pulire’ (capiremo meglio nel prosieguo il motivo dell’inciso). Lo spazio messo a disposizione dal Comune era una stanza di piccole dimensioni, circa tre metri per quattro, ed infatti, i soci erano costretti a stare per lo più nel corridoio che dentro alla sala, qui vi trascorsero i primi mesi di attività, fino all’inizio del 1982. Intanto nuovi soci continuavano ad arrivare, non con l’afflusso dei primi incontri, ma magari ogni venerdì c’era sempre qualche faccia nuova e la piccola stanza presto non bastò più, era chiara ed urgente la necessità di uno spazio più adeguato. In quel periodo tra i nuovi arrivi c’era anche Edo Mugnai e questi informò i soci che vicino alla propria abitazione, in Via Roma, c’era un locale più grande di quello dove forse potevano spostare la sede. E così fu: nei locali segnalati, infatti, c’erano due stanze grandi come quella di Palazzo Pretorio, dove furono ricavate una sala per le riunioni, un ufficio e la camera oscura, e che costarono all’associazione 40.000 lire al mese d’affitto, pagate grazie ai soldi del tesseramento iniziato dal 1982, all’epoca consisteva in 15.000 lire. Purtroppo anche la nuova sede di via Roma bastò poco più di un anno; nel 1983, infatti, il numero dei soci era notevolmente aumentato, circa una cinquantina, ed a forza di insistere per ottenere un nuovo locale, il Comune assegnò al Circolo i locali dell’ex-biblioteca comunale in Via Castel Guinelli, che erano di proprietà di un privato, con cui il Comune aveva un contratto di affitto per ancora quattro o cinque anni. Questa sede era molto grande, adatta per l’associazione, qui vi fu trasferita la camera oscura, che era usata durante la settimana da chi non l’aveva a casa propria, e dove iniziarono ad essere organizzate le mostre fotografiche e le mostre dei concorsi, in quanto lo spazio non mancava. Inizialmente erano gli stessi soci che a ruota tenevano le serate del venerdì con mostre fotografiche personali, dopo del tempo iniziarono ad essere invitati a fare delle mostre anche ospiti esterni. Con questa nuova sede, infatti, cominciarono le prime vere e proprie serate dedicate alla fotografia, dove non ci si limitava solo a portare e commentare amichevolmente le singole fotografie dei soci, ma cominciarono ad intervenire come ospiti fotoamatori da altri circoli di zona. Queste e molte altre attività durarono fino alla fine del 1984, quando arrivò lo sfratto da parte del proprietario al Comune, e quest’ultimo non avendo altri locali da concedere al circolo, si interessò presso l’Istituto degli Innocenti di Firenze per trovare un locale adatto al caso. Proprio a Figline l’Istituto aveva a disposizione un appartamento di due stanze ed un salone grandissimo al primo piano di un edificio posto in Via Fabbrini n. 46 da concedere in affitto. Il locale per dimensioni era eccezionale, tanto che in seguito ospitò anche le riunioni a livello regionale per la FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche), tuttavia all’inizio non c’era neppure il soffitto, era solo un sottotetto utilizzato come deposito e terrazza, pieno di polvere e sporcizia, ai soci del circolo non sembrava un vero affare. Non essendoci altre alternative la scelta per quel locale fu obbligata e dal 1 gennaio 1985 iniziò il trasferimento in questa nuova sistemazione e ripresero nuovamente i lavori di ristrutturazione. Il primo impatto dei soci nella nuova sede non fu dei migliori, era inverno e la pioggia che si infiltrava dal tetto gocciolando a terra aveva creato una colonna di ghiaccio alta quasi mezzo metro, poi c’era ovunque tanta sporcizia e pelle tagliata, rimasta lì dalla cessazione dell’attività che c’era stata precedentemente: a quel punto non restava altro da fare che rimboccarsi e maniche e pulire! Così per un mese circa i soci andarono in questa nuova sede; di giorno e nei momenti liberi per ristrutturare ed il venerdì sera alle riunioni, in quest’occasione servivano le torce perché non c’era luce. Poi quando finalmente fu completato il nuovo impianto elettrico e fatto l’allacciamento alla rete elettrica, cominciarono a portare le stufe e a lavorare seriamente alla ristrutturazione dei locali. L’intero sabato e la domenica mattina i soci lavoravano alla futura sede, come ogni qualvolta avevano un’ora o una sera libera da dedicarvi, venne rifatto tutto l’intonaco, il tetto fu rimesso da Paolo Rotesi che faceva il muratore con della guaina impermeabile, il controsoffitto in polistirolo con le guide a un metro dal soffitto fu sistemato da Silvano Monchi, poi c’erano varie porte e finestre da risistemare e per creare una parete su cui fare le proiezioni Luciano Vivoli e Luciano Cardonati chiusero temporaneamente una finestra. Per la realizzazione di questi lavori all’epoca furono impiegate circa 750 ore lavorative e tre milioni delle vecchie lire in materiali, tutto a cura e spese, ma sopratutto fatica, dei soci del Circolo. All’epoca frequentava il circolo anche un certo Danilo, che abitava davanti alla precedente sede di Via Castel Guinelli e che iniziò a visitare spesso il Circolo perché era invitato ad unirsi ai rinfreschi delle premiazioni. Quest’ultimo seguì i soci anche nella nuova sede e insieme a Mauro Capanni rimisero a nuovo il bagno perché c’era solo la così detta “buca alla turca”, mentre i soci avevano necessità di un bagno più rifinito, con tutti i servizi e dove avere posto sufficiente per lavare i negativi dello sviluppo della stampa in bianco-nero. Infine furono presi tutti quegli accorgimenti necessari per attrezzare le sale dove poter fare le esposizioni: furono messi delle luci a neon tutt’intorno alla sala e delle stecche al muro per attaccare le fotografie, furono realizzati nuovamente la camera oscura, l’ufficio ed una stanza che fungeva da magazzino. Il locale aveva anche una terrazza, alla quale si accedeva, oltre che dal locale principale, anche da una finestra della casa della suocera di Edo Mugnai, qui in occasione della prima cena sociale di Natale fu messa una griglia per cuocere la carne alla brace: che dire, l’arte di arrangiarsi non è mai mancata ai soci del circolo. A quell’epoca,si parla dell’inizio del 1984, il Circolo contava già un’ottantina di soci. Nel frattempo il Preseidente Silvano Monchi andò a Firenze a parlare con l’Archietto Panfi di Pontassieve, tecnico responsabile dell’Istituto degli Innocenti, per accordarsi sulla cifra da versare come affitto, cifra che fu fissata sulle 200.000 lire al mese, e comunque visto che l’associazione si era impegnata a ristrutturare i locali, al momento di pagare l’Architetto non volle denaro, dicendo che era sufficiente mantenere bene le stanze e che se l’Istituto in futuro ne avesse avuto bisogno era necessario liberarle subito senza proteste. L’attività del circolo andò quindi avanti in tranquillità nella sede ristrutturata con tanti sacrifici, ampliando le sue attività. Infatti, dal 1986, il Circolo iniziò la gestione di un archivio storico fotografico in collaborazione con il Comune. Intanto passa il tempo e l’Architetto Panfi va in pensione ed un bel giorno arrivò una notula dall’Istituto degli Innocenti per il pagamento degli arretrati dell’affitto, compresi i mesi che avevano visto i soci impegnati nelle attività di restauro. Il Presidente, quindi, si recò di nuovo a Firenze ed a forza di discussioni si vide costretto a firmare una cambiale a nome del Circolo di quattro milioni di lire a scadenza entro i cinque mesi successivi, per cui i soci si dovettero rimboccare le maniche e con il contributo del Comune saldarono il debito con l’Istituto, dopodiché arrivò l’ordine dall’Istituto di liberare i locali quanto prima. Era il 1992 e c’era di nuovo la necessità di cercare una nuova sede. Casualmente poco tempo dopo il secondo sfratto Silvano Monchi passando per Via Roma fece caso a dei locali adatti alle esigenze dell’associazione; locali che poi sono effettivamente diventati l’attuale sede del Circolo. La struttura, di proprietà del Comune, era nata per essere adibita a bagni pubblici e poi convertita in aule laboratorio per l’istituto dei geometri, ma ricordando che la scuola da un paio d’anni si era trasferita in altri nuovi spazi e verificato che i suddetti locali erano vuoti, il Presidente andò in Comune, dal nuovo sindaco Mauro Farini, segnalando che quelle stanze sarebbero state adatte per la sede del Circolo. Così, dopo il via libera del Comune, i soci ricominciarono da capo, per l’ennesima volta, ad intonacare, pulire, imbiancare e rimettere tutto in ordine per ricavare gli spazi necessari, quali un ufficio, una sala per le riunioni, la camera oscura e lo spazio per l’archivio. In concomitanza all’inaugurazione, avvenuta il 18 Febbraio 1994, fu organizzata una serata con mostra delle foto dei soci del circolo e una proiezione delle immagini dei circoli fotografici ospiti delle province di Arezzo e Firenze. Inizialmente il locale comprendeva solo la parte alla sinistra dell’ingresso dell’attuale sede, dove adesso si trova la sala per le mostre ed il piccolo ufficio, la parte destra fu concessa in seguito, poiché ospitava l’archivio dei quotidiani della Biblioteca comunale, che all’epoca dovevano essere conservati per legge per almeno dieci anni. Poi con l’avvento dell’informatica venne meno l’esigenza di conservare tutto il materiale cartaceo; quindi fu naturale per il Circolo usufruire di questi locali il giorno stesso che furono liberati, dato che serviva nuovo spazio per le tante altre attività che venivano svolte, quindi il Comune gentilmente gliele concesse. Nel 1995 l’associazione organizzò un’importante manifestazione fotografica a Figline Valdarno, intitolata ”Settembre Incontro con la fotografia” forse la prima di questo genere presentata in zona: otto mostre in contemporanea di otto grandi fotografi, tra cui Ferdinando Scianna e Gianni Berengo Gardin, con la lettura di portfolio. Il tutto con il patrocinio del Comune, che per l’occasione fornì una quantità notevole di pannelli dove sistemare le fotografie che, finita la mostra, furono stoccati nelle scuole elementari in località Restone. Nel momento in cui fu assorbita la parte destra dell’attuale sede, avendo a disposizione maggior spazio, con il camion del socio Paolo Rotesi, un sabato, alcuni soci andarono alle scuole e li riportarono via tutti, con grande felicità del custode, e vennero utilizzati per realizzare la parete divisoria tra la sala e l’ufficio e quella mobile nella parte destra della sede. Nel tempo gli spazi a disposizione hanno trovato ognuno una sua specifica funzione: è stato ricavato uno spazio accessibile e tutti i soci e agli interessati per l’archivio storico, è nata una piccola biblioteca con volumi e riviste che trattano di fotografia, un ufficio secondario per la gestione dei concorsi e spazi per l’allestimento di una sala di posa. Ad oggi la sede, anche grazie alla disponibilità del Comune, è rimasta la medesima da oltre 15 anni, a Figline Valdarno in via Roma n° 2, e con la speranza da parte nostra che resti la medesima per molti altri anni ancora, senza dovere ricorrere ad ulteriori traslochi e lavori di ristrutturazione! Corsi e concorsi Fin dall’inizio della vita del Circolo i soci ebbero modo di vedere che nel mondo dei concorsi fotografici ne esistevano di vario tipo: quelli locali organizzati, ad esempio, a livello di parrocchia o di festa paesana ed altri ben più importanti, noti a livello nazionale se non internazionale, che godevano del patrocinio FIAF. Quindi alcuni soci, incuriositi e desiderosi di uscire dai confini dei concorsi locali, decisero di fare un salto di qualità e tentare di partecipare a questi concorsi più prestigiosi; ma all’inizio fu davvero dura. Dopo l’invio delle proprie foto al concorso, ogni socio aspettava a gloria la cartolina con i risultati delle votazioni della giuria. Ai primi tentativi nelle gare con patrocinio FIAF, pur presentando foto vincitrici nei concorsi locali, le cartoline con il responso della votazione arrivavano sempre senza alcun riconoscimento: immacolate. Proprio questa prima serie di risultati negativi fu la spinta per cercare di migliorarsi, nelle serate al circolo ci si trovava anche per commentare i pregi delle foto vincitrici ed i difetti di quelle perdenti. Pian piano iniziarono ad arrivare i primi risultati, cominciando dalle ammissioni ed infine le tanto attese vittorie. L’idea di organizzare come Circolo dei concorsi fu una naturale conseguenza di aver fondato l’associazione, infatti molti soci erano fotoamatori che facevano fotografie quasi esclusivamente per partecipare ai concorsi, infatti, negli anni Ottanta non era diffusa, come oggi, l’idea di fare la fotografia di concetto, oppure di fare lavori organici solo per una mostra, ma scattare per partecipare ai concorsi era vista come la massima espressione dell’arte fotografica. Nel 1982 fu organizzato il primo concorso a livello nazionale chiamato “Trofeo Arno”, nel mese di settembre in occasione delle Feste del Perdono, ma senza il patrocinio di alcun organo ufficiale del mondo della fotografia come la FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche). Infatti, l’organizzazione del concorso era ancora tutta da collaudare, le foto dei partecipanti venivano recapitate a casa del socio Luciano Cardonati, che la sera provvedeva a portarle in sede e le registrava. Poi nei mesi successivi veniva riunita la giuria, scelte le opere vincitrici ed organizzata una giornata con la premiazione ed inaugurazione della mostra per esporre le foto vincitrici ed infine rispedire le foto pervenute ai proprietari, il lavoro era tanto ed impegnativo, ma non mancavano le soddisfazioni. In seguito il Presidente Silvano Monchi, per dare più lustro al circolo ed ai concorsi stessi, prese contatto con la FIAF, telefonando alla sede di Torino ed una sera ad una riunione questi mandarono il loro Delegato per la Provincia di Firenze. In quell’occasione vennero due rappresentanti: Giorgio Tani, delegato uscente che stava per diventare direttore della rivista fotografica “Il Fotoamatore” (il quale in seguito è diventato presidente della FIAF), ed il delegato entrante, Virgilio Bardossi, attivo fotografo, insignito del titolo di maestro della fotografia internazionale. Il Circolo così decise di iscriversi alla FIAF, in modo da dare ancora più notorietà all’associazione e l’anno successivo, nel 1983 la seconda edizione del concorso “Trofeo Arno” fu patrocinata dalla FIAF, così come tutti gli altri concorsi organizzati da allora. Nella giuria delle prime edizioni del Trofeo Arno c’erano due personaggi importanti già all’epoca: Vittorio Storaro, direttore della fotografia del cinema, che aveva appena vinto un premio Oscar per il film “Reds” e Pier Giorgio Branzi, direttore della RAI di Firenze e primo corrispondente estero da Mosca sempre per la RAI. Negli anni successivi, sono stati organizzati concorsi a tutti i livelli, che hanno contribuito a far conoscere il nome del Circolo Fotografico Arno su buona parte del territorio nazionale, partendo dai concorsi gestiti in collaborazione con le amministrazioni locali, come il “Trofeo Arno” (29 edizioni), il “Premio Fotografico Città di Figline Valdarno” (20 edizioni), il “Premio Fotografico Impruneta” (4 edizioni), il “Premio Fotografico Vallombrosa” (5 edizioni), il “Trofeo Città di Reggello” (3 edizioni), il “Trofeo Città di Incisa in Valdarno” (5 edizioni), il “Trofeo Città di Rignano sull’Arno” (3 edizioni). Numerosi sono stati anche i concorsi organizzati a livello nazionale, partendo dalle tre edizioni del “Campionato Italiano di Fotografia” organizzate per conto della FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche), alla selezione italiana del concorso mondiale “FIAP-KODAK AWARD” per conto della FIAP (Fédération Internationale de l’Art Photographique) e della Kodak, fino ad arrivare all’internazionale “Gran Tour delle Colline”, giunto nel 2011 alla sua 15° edizione. Questa grande manifestazione consiste in quattro concorsi contemporanei, ovvero il Trofeo Arno (29 edizioni), il Trofeo Figline Valdarno (20 edizioni), il Trofeo Colline del Chianti (9 edizioni) ed il Trofeo Colline del Pratomagno (9 edizioni), con quattro giurie diverse, spesso ospita anche giurati stranieri, che ha fatto conoscere il Circolo in tutto il mondo, ottenendo l’adesione di fotografi da ogni continente. Nell’anno 2000 inizia inoltre la collaborazione del Circolo Fotografico Arno con la rivista naturalistica “Oasis” per la realizzazione del nuovo concorso “Premio Italiano di Fotografia Naturalistica”, unico nel suo genere a livello nazionale, che proseguirà per quattro edizioni fino al 2003, anno in cui la testata cambia editore e decade il loro interesse verso questa manifestazione. Ciononostante, incoraggiati dal successo e dall’adesione dei fotografi naturalisti a questa iniziativa, andammo ugualmente avanti, ma da soli, ed è così che nel 2004 nacque il “Campionato Italiano di Fotografia Naturalistica”, arrivato oggi alla sua ottava edizione. Dopo poco, dato l’interesse che aveva suscitato questo concorso, arrivarono anche nuove collaborazioni. Infatti, la seconda edizione venne fatta in collaborazione con la rivista “Foto Cult”, rivista mensile di fotografia che dedica ampio spazio alla fotografia naturalistica. Per le edizioni successive, grazie alla collaborazione con la rivista naturalistica “Airone”, potemmo usufruire della prestigiosa sponsorizzazione dell’azienda “Swarovski Optik Italia” che dall’edizione del 2007 diventa cooproduttore del concorso. In parallelo alle altre attività summenzionate nel 2003 inizia la collaborazione del Circolo con la “Società di Assicurazioni FATA” per la realizzazione di un concorso fotografico incentrato sui temi dell’agricoltura e dei prodotti della terra, concorso che sarà patrocinato anche dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, mentre come sponsor può contare su “Il Sole 24 Ore”. Il concorso è a cadenza biennale e nel 2011 abbiamo realizzato la quinta edizione. In un circolo di fotoamatori ‘concorsisti’ tra le varie attività non poteva certo mancare quella di organizzare un ‘concorso interno’, rivolto cioè ai soli soci del Circolo. Era questa un’occasione di confronto e di crescita, sopratutto per i nuovi soci che potevano far vedere le loro foto e ricevere un commento costruttivo da persone un po’ più esperte. Il concorso interno per i soci cominciò quando il Circolo si spostò nella sede di Via Fabbrini, perché in questa sede c’era abbastanza posto per poter esporre le fotografie dei partecipanti. Il concorso era annuale, distribuito in varie tappe a cadenza mensile incentrate su temi diversi tra loro, come il ritratto, il paesaggio, reportage etc…i soci portavano le loro fotografie, che venivano giudicate da una giuria composta o da fotoamatori provenienti da altri circoli di zona, oppure dai soci più ‘anziani’. Nonostante spesso non ci fossero grandi premi in palio la competizione è stata sempre piuttosto accesa. Un’altra attività molto importante, nata sempre su iniziativa dei soci del Circolo, è quella di organizzare dei corsi di fotografia, sia di livello base per principianti, sia di livello più avanzato, per chi vuol approfondire le tecniche di fotografia e il tema della post-produzione con programmi informatici per il ritocco fotografico. Il corso di fotografia per principianti fu ideato all’inizio degli anni Novanta, con lo scopo di divulgare la fotografia e favorire il passaggio delle conoscenze dai soci fondatori alle nuove leve, coinvolgendo nuove persone. Da allora e per ogni anno si è ripetuto fino ad oggi e nel tempo si sono susseguiti diversi docenti, tra cui Roberto Checchi ed infine il docente più longevo, Brunetto Zatini. Il corso base di fotografia consiste in una serie di lezioni teoriche sul funzionamento della macchina fotografica e le tecniche di ripresa ed altre lezioni pratiche, svolte la domenica mattina, che consistono in uscite fotografiche in cerca di soggetti interessati da immortalare cercando di mettere in pratica gli insegnamenti appresi. Col passare degli anni oltre al corso base, che nel tempo era diventata un’attività basilare del Circolo, vennero fatti altri corsi, anche molto pratici, ad esempio sulla stampa bianco-nero in camera oscura, altri in cui si parlava e faceva macrofotografia o come ‘dipingere’ le fotografie in bianco-nero. Negli ultimi anni, con l’avvento della fotografia digitale, anche il corso base di fotografia si è dovuto adeguare alle nuove tendenze ed ampliare il suo programma inserendo tematiche più moderne. Proprio per soddisfare queste nuove esigenze è stato aggiunto un secondo corso di fotografia digitale e post-produzione tenuto dal socio Antonio Manta incentrato esclusivamente sui dispositivi di ripresa digitali ed il successivo ritocco dell’immagine con programmi specifici, fino alla stampa in ‘camera chiara’. Infine, non sono mancati momenti di incontro con tanti fotografi di fama, amici del Circolo, che sono intervenuti in delle giornate dedicate a specifici workshop fotografici ed a lezioni di creatività . Ricordiamo il workshop tenuto da Ivano Bolondi, maestro della fotografia italiana, sulla fotografia creativa, la manifestazione ‘Foto passeggiando’ in cui più fotografi, noti a livello nazionale, accompagnavano i soci del circolo in cerca di scorci e paesaggi interessanti da fotografare, ed il più recente dedicato alla fotografia realizzata con le ‘vecchie’ macchine polaroid, aggiungendo però nuove tecniche di ‘ritocco manuale’ della foto, tenuto sempre da Antonio Manta, oppure il corso di fotografia astronomica , ovvero come fotografare la luna e le stelle tenuto dal “Gruppo Astrofili del Valdarno”, tutte iniziative che hanno sempre riscosso grande interesse da parte dei soci e non solo. Le mostre e le serate Dalla sera della fondazione del Circolo gli incontri dei soci si ripeterono regolari ogni venerdì. Le prime serate somigliavano molto a delle riunioni dove ciascuno portava un paio di fotografie da vedere e commentare, altri portavano trionfanti o un po’ delusi le cartoline con i risultati dei concorsi a cui avevano partecipato e c’era un bonario scambio di battute tra chi aveva avuto la meglio, ma le serate vere e proprie, come conosciamo adesso con ospiti e mostre, cominciarono solo negli anni successivi. Inizialmente c’era l’abitudine di aprire la sede anche la domenica mattina, oltre che il venerdì sera, per ritrovarsi al Circolo fotografico come si può fare con gli amici ad un bar, immancabilmente dopo le 11.00, per passare un’oretta insieme dopo il ritorno da una mattinata passata in giro a fare fotografie raccontandosi gli ‘scatti’ realizzati. Nel 1982, anche con lo scopo di far conoscere meglio il Circolo fotografico a livello locale, fu organizzata la prima mostra sociale collettiva dei soci a tema libero, il Comune per l’occasione concesse i locali della biblioteca comunale. Dopo i primi anni di vita del Circolo, in cui le serate iniziarono a prendere forma con appuntamenti dedicati a mostre o proiezioni personali dei singoli soci introdotte dal Presidente o dall’autore stesso e seguite da un po’ di commenti e confronti con i presenti, cominciarono anche ad essere invitati fotografi esterni al circolo. Tra i primi ospiti ricordiamo i fotoamatori Pier Giorgio Branzi, all’epoca direttore della RAI di Firenze ed Osvaldo Buzzi, a quel tempo presidente del circolo fotografico del Dopolavoro Ferroviario di Arezzo, che vennero già nella piccola sede di Via Roma a fare una proiezione di diapositive in dissolvenza sulla storia di un fiammifero, serata che per i soci del circolo portò una ventata di curiosità ed entusiasmo verso questa tipologia di lavori fotografici. Tra le varie mostre organizzate negli anni un’importante appuntamento fu senz’altro quello organizzato dai Soci nel 1991 in occasione della nostra manifestazione “Settembre Incontro con la Fotografia” che consisteva in una serie di sette mostre fotografiche aperte in contemporanea in altrettanti luoghi espositivi dislocati nei vari locali del centro storico di Figline Valdarno. Con queste mostre il Circolo riuscì a portare a Figline alcuni tra i più grandi nomi della fotografia italiana di quel periodo, ovvero: Gabriele Basilico, Gianni Berengo Gardin, Vincenzo Coronati, Giuseppe Pino, Emilio Pinto, Roberto Rossi e Ferdinando Scianna. La rassegna ebbe una durata di due settimane, dal 14 al 29 settembre, comprendeva anche la lettura di porfolio, ovvero di lavori fotografici composti da più immagini che raccontano una storia, eseguita dai docenti della scuola di fotografia di Roma “Istituto Superiore di Fotografia”. Con il passare del tempo, aumentando la frequentazione dei soci ai concorsi ed andando in giro alle varie premiazioni questi ebbero modo di ampliare il panorama delle loro conoscenze in campo fotografico e di scoprire grandi nomi della fotografia, come Andrea Budai, Ugo Col e Giulio Veggi, che poi divennero amici del circolo ed in più occasioni vennero come ospiti per fare delle serate con le loro fotografie, già nella vecchia sede di Via Castel Guinelli. Una mostra molto importante per la storia e l’identità stessa della città di Figline Valdarno è stata quella che il Circolo ha organizzato nel 2001 per conto del Comune a venti anni dalla prima mostra delle foto realizzate nella nostro paese dal grande fotografo novarese Paolo Monti, docente di fotografia prima all’Umanitaria di Milano, poi all’Università di Bologna, che negli ultimi anni della sua attività si era impegnato nel rilevamento dei centri storici italiani. Per questa occasione dal circolo è stato curato l’allestimento della mostra dal titolo “Paolo Monti e Figline Valdarno” e la produzione del relativo catalogo. I primi anni del 2000 rappresentano un periodo molto attivo e felice per il Circolo, infatti dopo l’importante mostra su Monti ne viene organizzata una dedicata a fotografi contemporanei noti a livello nazionale e mondiale come Sebastião Salgado, fotografo brasiliano conosciuto per i suoi reportage di denuncia sulle condizioni lavorative nei paesi sottosviluppati, Enrico Genovesi che si occupa di reportage a sfondo sociale su storie italiane, il ritrattista Gabriele Rigon ed il piccolo Giovanni Busi. Sempre in questo periodo il circolo decide di seguire ed organizzare alcune manifestazioni per conto di altre associazioni fotografiche come la FIAF. Proprio per conto del Dipartimento Giovani FIAF organizza due edizioni della manifestazione “GiovanImmagine” nel 2003 e nel 2004, questa manifestazione consiste in un congresso dedicato esclusivamente ai giovani fotografi con lettura di portfolio, workshop e dibattiti tenuti da fotografi affermati. Di recente il Circolo si è occupato dell’organizzazione del primo congresso internazionale dell’UPI “ United Photographers International “, associazione nata allo scopo di mantenere in contatto fotografi da varie parti del mondo per parlare e fare fotografia, in occasione del congresso del giugno 2011 sono state svolte alcune riunioni ed uscite fotografiche in varie città della toscana. In generale nelle attività del circolo molto spazio è sempre stato riservato alle mostre dei soci , piccole o grandi che fossero, classiche od innovative, in modo da poter parlare di fotografia e confrontarsi, imparando qualcosa dai commenti e talvolta dalle critiche degli altri soci. È proprio nello spirito di crescere insieme e migliorarsi come fotografi che sono nate varie mostre collettive a cadenza annuale, per dare la possibilità anche a chi ha solo poche foto di poterle esporre. Nascono così gli appuntamenti di “Donna fotografo”, mostra fotografica riservata alle foto amatrici del circolo e non solo. L’iniziativa, infatti, prende il via nel 1995 su richiesta del Assessorato alla Cultura del Comune di Reggello, che voleva allestire una mostra con fotografie realizzate da sole donne. La mostra negli anni successivi è stata gestita nell’ambito del Circolo dal ‘gruppo femminile’ che ogni anno nel mese di marzo espone le proprie foto accompagnate da una proiezione. Oltre a questo appuntamento ricordiamo la mostra riservata ai nuovi allievi del corso di fotografia che si tiene ogni anno alla conclusione del loro percorso di insegnamento. Infine non dimentichiamo il “Gruppo giovani”, composto appunto dai soci più giovani del circolo di età al di sotto dei 30 anni, fu proprio ad opera di questo gruppetto che nei primi anni del 2000 fu realizzata e mostrata ai soci più ‘anziani’ la prima videoproiezione di immagini digitali accompagnate da musica, senza l’utilizzo delle classiche tecnologie come il proiettore da diapositive e la colonna sonora su musicassetta. Il primo impatto con la tecnologia moderna fu piuttosto duro, ma il dibattito era stato appena aperto!   Le gite e le cene Un circolo fotografico non può esistere senza fotografie per cui era fondamentale uscire da casa con la macchina fotografica a tracolla in cerca di qualche soggetto interessante o nuovo paesaggio da immortalare, per cui le gite e le uscite domenicali sono sempre state una linfa vitale per l’attività dei soci. Per questo motivo durante l’anno venivano organizzate diverse uscite fotografiche con l’idea poi di fare una mostra o un piccolo concorso interno. Inizialmente il sabato era il giorno prescelto da dedicare a queste uscite, con partenza di primo mattino davanti alla sede del circolo, se ci si attardava a far foto si pranzava con un panino acquistato in una delle tante botteghe dei nostri paesini di campagna e si tornava a casa nel pomeriggio. Spesso ne risultavano anche dei bei lavori fotografici, oltre a delle ore passate in piacevole compagnia. Con il tempo anche la domenica mattina era consacrata alla fotografia, per la gioia di mogli e fidanzate: partenza al mattino ore 8.00, rientro intorno alle 11.00, una breve sosta al Circolo per fare due parole di commento sulle foto scattate e poi a casa con qualche rullino pronto da sviluppare in tasca, operazione che immancabilmente veniva rimandata al pomeriggio del giorno stesso se il ‘bottino’ fotografico era notevole e si fremeva per confrontarsi con le foto degli altri. Tra le mete fotografiche più ambite, per bellezza e vicinanza, era la campagna del senese, con i suoi inconfondibili paesaggi e piccoli borghi, spesso i soci sceglievano queste zone per le gite domenicali. Di frequente capitava di imbattersi in qualche casolare sperso tra i campi e non mancava che dalla casa uscisse il contadino che si domandava cosa stesse facendo un gruppo di persone con tutte queste macchine fotografiche, poi una chiacchiera tira l’altra e per farla breve dai paesaggi si arrivava a parlare di olio e vino ed immancabilmente seguiva qualche assaggio dei prodotti di quella terra. Se non si incontravano contadini si andava in cerca di qualche osteria o bottega, per trovare ristoro dopo ore passate a fare fotografie. Queste gite ‘fotografico-gastronomiche’ divennero sempre più famose e goliardiche, tanto da guadagnarsi un trafiletto nel giornaletto del Circolo che riportiamo di seguito, tratto da ‘Il Notiziario’ del Circolo Fotografico Arno del giugno 1986: A chi tutto a chi nulla (I Senesi) Dopo lunghi anni di continue escursioni in terra di Siena dei soliti ignoti, con grande stupore si sono accorti che la “Taverna del crostino” in località Armaiolo, fanno i crostini inzuppati nel vino. A tale vista Ser Leone da Figline (Piero Leoni) rappresentante a tempo perso, bloccava l’automobile e si precipitava verso l’interno del locale, ma dinanzi alla porta gli si faceva incontro per ostacolare l’ingresso alla Taverna Ser Falugio (Falugi Sergio) sindaco in quel di Vaggio e Matassino con al collo e sulle spalle tre Nikon, due Minolta, due Alpa, una Canon, due Leitz, una Hasselblad (semi rotta) ed infine una Zenza Bronica ed in mano due valige piene di obbiettivi, stranamente il tutto senza nemmeno un rullino. Visto tale inghippo il Candela (Fossi Paolo), sopraggiunto nel fra tempo, per poter arrivare primo ai crostini, scavalca la finestra cadendo però rovinosamente sopra il Nino (De Rossi Nino) che appoggiato al tavolino stava stranamente dormendo. Dopo lunghe schermaglie Falugio e Leone riuscivano ad entrare nella Taverna e con grande stupore si accorgevano che il Palla (Banchetti Paolo) e l’Agnello (Fabrizzi Angelo) avevano già fatto fuori vino e crostini. A questo punto ai nostri eroi non rimaneva che tornare a casa, dove con sorpresa trovavano già seduto a tavola Messer Martino (Gianni Martini). Ma le foto? Già quelle i nostri eroi le faranno la prossima volta. Silvano Monchi   Questa divertente storiella dimostra quale fosse lo spirito scanzonato ed auto-ironico con cui si usciva insieme, non solo per fare delle fotografie, ma per stare in allegria insieme. In alcuni casi la domenica mattina era dedicata alle premiazioni dei concorsi, di quelli vinti come partecipanti e poi di quelli organizzati come circolo. Anche questa era l’occasione per fare nuove fotografie, perché visitando il paese sconosciuto dove era svolta la premiazione, c’era sempre qualcosa di nuovo da vedere, per cui se ne approfittava per tornare a casa, oltre che con il premio, con scatti buoni da presentare ad altri concorsi. Già prima del corso di fotografia, in cui erano d’obbligo le uscite fotografiche per far pratica, venivano organizzate le così dette ‘gite sociali’, ovvero viaggi di uno o più giorni in località interessanti dal punto di vista fotografico e perché no, anche culinario. Le gite erano aperte a tutti i soci ed ai loro familiari, organizzate da qualche socio volenteroso che scovava le mete ed i mezzi di trasporto per raggiungerle. La prima gita ebbe come meta la città di Gubbio in Umbria, chi vi partecipò si ricorda quella giornata come la più piovosa dell’anno, l’inizio non fu dei migliori. Seguì la gita a Comacchio, uno dei centri più caratteristici del delta del Po, purtroppo per alcuni disguidi, la partenza quel giorno fu ritardata, si arrivò sul posto proprio per l’ora di pranzo, dato che il ristorante aspettava i soci del Circolo, le foto furono posticipate dopo una buona ristorazione, peccato che nessuno sapeva che da quelle parti in autunno la nebbia cala presto. Usciti quindi dal ristorante con sorpresa di tutti, i soci furono avvolti da una nebbia umida, per cui solo alcuni   ardimentosi si dedicarono a foto ‘sperimentali’ dispersi nella nebbia. Dopodiché ci fu un periodo di stasi, in cui non vennero organizzati grandi spostamenti, l’occasione per riprendere l’attività fu la gita annuale del corso di fotografia organizzata per i nuovi allievi. Negli anni successivi si sono susseguite più gite, a San Marino, alle Cinque Terre, sulla costa dell’Argentario etc.. un classico è diventata la gita nel mese di febbraio, solitamente al carnevale di Venezia o ai carnevali tipici in Sardegna, come anche a giugno viene organizzata una gita in cerca delle fioriture dei prati di Castelluccio di Norcia. In tempi più recenti il panorama si è ampliato a gite internazionali, indirizzate verso mete al di fuori dell’Italia in cerca di luoghi suggestivi e tradizioni locali affascinanti, viaggi questi ultimi che sono stati aperti anche a fotoamatori esterni al Circolo. Oltre alle gite un altro modo per familiarizzare, sopratutto con i nuovi arrivati e stare insieme soci e familiari, sono sempre state le cene sociali. Nei primi anni veniva fatta una sola cena prima delle vacanze natalizie nel mese di dicembre, poi in seguito si è aggiunta una cena estiva nel mese di giugno, occasione per salutarsi prima delle vacanze estive, infatti il circolo nei mesi di luglio ed agosto chiude. Nel tempo, sopratutto la cena estiva, è diventata occasione di grandi momenti di divertimento, in cui complici il caldo ed il vino fresco, la cena terminava con canti e qualche camicia inzuppata da gioiosi ‘gavettoni’ d’acqua, tanto che alcuni locali hanno preferito non averci più tra i loro ospiti. Nonostante tutto è stato proprio grazie a questo modo di stare insieme, sempre amichevole e semplice, privo di eccessivi formalismi, che ha visto in tutti questi anni continuare assiduamente la frequentazione di molti soci e l’arrivo di tante persone nuove, tra cui molti giovani ed anche diverse donne. L’archivio fotografico e la biblioteca Fin dal 1986 il Circolo inizia a gestire, in collaborazione con il Comune di Figline Valdarno, un archivio storico-fotografico delle immagini che riguardano la cittadina ed i suoi personaggi e tradizioni più importanti, in modo da avere una memoria storica del nostro paese. Il Circolo, infatti, si prende l’impegno di fare una ricerca presso Enti locali e privati cittadini per reperire vecchie foto, in modo da poterle riprodurre, catalogare ed infine restituirle ai legittimi proprietari, potendo realizzare un archivio. L’ incaricato di tale ricerca all’epoca fu affidato al socio Claudio Vivoli, coadiuvato da tutto il Direttivo. L’iniziativa riscuote un buon successo, ma con il tempo a causa dell’ingente quantità di materiale reperito dal socio Edo Mugnai, le foto vengono solo conservate in appositi contenitori, ma senza un’effettiva catalogazione. Le foto d’epoca, infatti, sono molto amate dalle persone, al punto che qualcuno pur di lasciare il proprio contributo all’archivio andava direttamente al circolo a consegnare i propri ricordi riguardanti la storia ed i monumenti del paese, ma anche altre che riportavano tematiche più personali, come foto di famiglia e ricordi personali, comunque tutti piccoli frammenti della storia del nostro paese. Ognuno, infatti, ha foto vecchie appartenute a genitori, ai nonni, immagini che poi vanno perdute, ricordi che invece non bisogna far scomparire: l’archivio storico è nato proprio con questo intento. L’iniziativa e l’impegno del Circolo in questa attività furono cosa ben gradita dall’Amministrazione Comunale e negli anni ’90 l’Assessore Valerio Pianigiani, con una delibera dette ufficialmente al Circolo Fotografico Arno l’incarico della gestione dell’archivio storico fotografico del Comune di Figline V.no. L’idea di realizzare un archivio fotografico moderno, ovvero digitalizzando le foto mediante uno scanner e catalogandole con un programma informatico, venne ad Antonio Coverini ed a Franco Sarri, il primo si si prese l’incarico di riordinare e catalogare in maniera razionale tutte le foto raccolte negli anni di attività del circolo e che da un po’ di tempo erano sparse qua e là nella sede, senza una precisa organizzazione, il secondo, armato di pazienza certosina, si occupò della digitalizzazione delle fotografie. Così le copie delle fotografie furono con pazienza catalogate in ordine cronologico, poi suddivise per tema, dotate ognuna di una breve descrizione ed ordinate in raccoglitori appositi, all’inizio dei quali si può trovare la lista delle didascalie delle foto contenute in quel fascicolo. Nel tempo oltre alle foto storiche iniziarono ad arrivare foto donate da autori viventi e di amici e soci che facevano delle serate al circolo e volevano lasciare in regalo come ricordo della serata, una o più fotografie. Così all’archivio storico fu affiancato un secondo archivio artistico in cui furono conservate anche le foto delle mostre sociali fatte negli anni dai membri del Circolo. Ad oggi l’archivio conserva oltre 5000 immagini. Ogni anno, solitamente in occasione delle feste del Perdono di settembre, vengono selezionate le foto d’epoca donate dalla popolazione per fare alcune mostre a tema, la mostra è allestita nel chiostro del Convento di San Francesco, le tematiche variano ogni anno, ma comune denominatore è la popolazione di Figline, mostrata nei suoi aspetti più vari, come quello del mondo della musica, i vecchi mestieri, la scuola, lo sport, ed altri aspetti che riguardano la Figline delle foto in bianco e nero, la Figline di una volta. La raccolta di fotografie storiche viene portata avanti tutt’oggi, ogni anno secondo un tema diverso e tutte queste immagini, vengono scansionate, archiviate da e l’originale riconsegnato al proprietario. All’interno del Circolo esiste anche una piccola biblioteca, curata sempre dal socio Antonio Coverini, che raccoglie i volumi fotografici regalati al Circolo dai vari autori venuti a trovarci in occasione di serate, i cataloghi delle mostre realizzate dai soci del Circolo stessi, i cataloghi dei concorsi organizzati dall’Associazione ed alcune riviste di fotografia d’autore, che nel tempo sono stati via via schedati e servono come spunto sopratutto per i nuovi soci. Il passaggio al mondo digitale Nei primi anni del 2000 anche al Circolo Fotografico Arno iniziano ad arrivare le prime macchine fotografiche digitali, inizialmente se ne parlava con un certo distacco e scetticismo di queste macchine senza pellicola dalle immagini non sempre molto nitide, con i tempo il dibattito si fece sempre più acceso. Infatti, quando sul mercato si iniziarono a trovare a dei prezzi accessibili le prime reflex digitali alcuni soci più innovativi ne acquistarono alcune ed iniziarono a portare al circolo le prime foto scattate con quest’ultime macchine. Il dibattito era iniziato, ci fu una divisione tra gli scettici legati alla pellicola, che ancora era di gran lunga superiore come resa d’immagine, e chi invece elogiava i vantaggi della foto digitale, che si poteva vedere immediatamente, si potevano scattare molte più foto ed infine poteva essere ‘ritoccata’ con l’utilizzo di programmi di foto ritocco. Furono numerose le serata passate a criticare, anche in modo acceso, prima l’una e poi l’altra metodologia fotografica, alcuni soci più caparbi non accettavano proprio la novità, ma con il tempo le polemiche, tal volta sterili, lasciarono spazio al dibattito sull’immagine in se per se e non su come fosse stata realizzata. L’avvento del digitale e sopratutto dell’informatica aprì nuovi canali comunicativi per il Circolo, infatti sempre all’inizio del 2000 nasce il sito internet dedicato al circolo “www.arnofoto.it”, in cui trova spazio il programma annuale, i collegamenti per gli archivi fotografici delle foto storiche e di quelle dei soci e molto altro, ma sopratutto rappresenta uno strumento per far conoscere a tutti il Circolo e le sue attività. Come naturale conseguenza dell’approdo sul web nacquero vari siti dedicati in modo specifico ai concorsi fotografici organizzati dall’associazione ovvero quello dedicato al Gran tour delle Colline (www.grantourdellecolline.it), oppure quello dedicato al Campionato Italiano di fotografia naturalistica (www.foto-natura.it) ed infine quello dedicato al concorso biennale di Obbiettivo Agricoltura (www.obiettivoagricoltura.it). Da qualche anno il mondo informatico e digitale fanno sempre più parte della nostra vita quotidiana, non poteva accadere altrimenti per il Circolo, dopo il sito web nasce il gruppo del Circolo Fotografico Arno sul social network di ‘Face Book’ , fondato dal neo-socio Filippo Falugi, su impulso di un numeroso gruppo di nuovi giovani soci del corso di fotografia del 2009, tutti già esperti utilizzatori di questo ‘ritrovo virtuale’. L’esigenza di questi ultimi ragazzi era quella di poter vedere e confrontare le foto scattate durante le uscite domenicali e magari lasciare qualche commento scritto, quello che solo venti anni prima si faceva per strada o davanti a qualche negozio di fotografia ora si fa da soli davanti ad un computer, ma nel bene o nel male i tempi cambiano! Comunque anche questo strumento è servito molto al Circolo, per mantenere i contatti tra i vari soci, infatti nel tempo si sono aggiunti al gruppo virtuale anche le ‘vecchie leve’ ed è un modo veloce per comunicare gli eventi delle serate e continuare a discutere di fotografia. Di conseguenza nasce il gruppo del Circolo anche su un secondo social network ‘Flickr’ dedicato in modo specifico alla fotografia, infatti si tratta di un sito web che permette agli iscritti di condividere fotografie personali e lasciare dei commenti. Se l’avvento dell’informatica ha fatto conoscere ancora di più il circolo ed ha permesso ai soci di rimanere sempre in contatto ha anche fatto andare nel dimenticatoio la camera oscura ed i proiettori per diapositive, che ormai da molti anni non vengono più utilizzati, sostituiti da apparecchiature digitali acquistate per i soci come lo scanner, una stampante ed un computer portatile, oltre ad un proiettore digitale con cui vengono viste le fotografie e le video proiezioni. Le manifestazioni per i 30 anni del Circolo Nel 2011 il Circolo Fotografico Arno compie trenta anni di vita. Un traguardo del genere è molto importante per un associazione che si sostiene solo sulla passione per la fotografia ed il sincero impegno di alcune persone che da anni dedicano buona parte del loro tempo libero a mandare avanti questa bella realtà. Per questo l’anniversario dei trenta anni non poteva passare in sordina, ma va festeggiato dando più spazio ai soci del circolo, con mostre e manifestazioni dedicate a loro. Prima iniziativa è stata quella di fare un piccolo concorso ristretto ai soci per creare un logo che caratterizzasse tutti gli eventi dell’anniversario, il vincitore è risultato Daniele Poggesi con un immagine che riunisce il passato ed il presente dell’associazione.   Il calendario degli appuntamenti relativi all’anniversario fino ad ora è stato piuttosto sostanzioso, si inizia con la mostra ’30 fotografie di 30 fotografi in 30 anni di storia’ tenuta presso la sede del Circolo nel mese di febbraio e nel mese di giugno nella Sala delle esposizioni del Palazzo Pretorio di Figline Valdarno. La mostra, che apre ufficialmente i festeggiamenti del trentesimo dell’associazione, riporta le foto realizzate dai soci del Circolo, dai fondatori, ai soci giunti circa 10-15 anni fa, fino ad arrivare ad alcuni giovani iscritti all’ultimo corso di fotografia, in modo da coprire tutti questi anni passati insieme. Per una felice coincidenza il 2011 è anche l’anno celebrativo dell’anniversario dei 150 anni dell’Unità d’Italia, la FIAF con altri sostenitori, ha organizzato una manifestazione a livello nazionale a dir poco storica, ‘Passione Italia, 17 Marzo 2011, Una giornata Italiana’. Questa, infatti, è un’iniziativa che ha lo scopo di realizzare un’opera fotografica collettiva a cui anche alcuni soci del Circolo decidono di partecipare, concretizzando l’idea di una giornata italiana per rappresentare il Paese e i suoi cittadini a 150 anni dall’Unità. Nei giorni del 16 e 17 marzo 2011, i soci aderenti all’iniziativa sono stati impegnati a fotografare l’Italia nelle nostre realtà più vicine, scegliendo come tema comune la vita sociale e le istituzioni di Figline Valdarno. Oltre alla partecipazione alla manifestazione a livello nazionale i soci realizzeranno un catalogo ed una mostra a, che si svolgerà nel mese di ottobre al Palazzo Pretorio, per esporre alla cittadinanza le nostre realtà locali anche con gli scatti realizzati il 16-17 marzo 2011. Un ulteriore iniziativa per il trentesimo anniversario è stata la mostra collettiva dei Soci sul tema del paesaggio in generale, sia quello rurale, campestre che quello urbano. A questa manifestazione, che si è aperta con una serata al Circolo in cui sono state proiettate le foto dei numerosi autori, 44 per la precisione, è seguita una mostra delle foto esposte al Palazzo Pretorio di Figline nel mese di maggio. I prossimi appuntamenti riguardano la mostra intitolata ‘Le vie dell’acqua’ che prevede di fotografare il territorio dove risiedono la maggior parte dei nostri soci, ovvero il Valdarno Superiore, e precisamente in quella parte di Toscana che ricomprende la valle del fiume Arno che va da Ponte a Buriano alla Sieve. Ed infine questa breve storia che riguarda i primi trenta anni di vita del Circolo Fotografico Arno, nata dall’iniziativa dell’attuale segretaria Claudia Sarri e del presidente Silvano Monchi. Ci tengo a precisare che questo lavoro ha potuto prendere forma solamente grazie ai ricordi di alcuni soci, fondatori e non del Circolo, che ormai da tanti anni dedicano tempo, forze e passione a questa associazione che non è più solo un ritrovo dove si può parlare di fotografia, ma è ‘Il Circolo’ dove ci sono gli amici con cui si scherza, si lavora, ci si arrabbia, insomma il Circolo Fotografico Arno per molti di noi rappresenta un bello spicchio della nostra vita. Le voci di chi ha vissuto il circolo Grazie ai ricordi ed agli aneddoti raccontati da alcuni soci si è potuto realizzare questa breve storia dei primi trenta anni di vita del Circolo Fotografico Arno, episodi che altrimenti sarebbero andati persi, dato che ad oggi non esiste alcuna documentazione scritta su questa associazione. La stesura di queste pagine non è stata fatta con un intento divulgativo od a fini economici (non ci vestiamo di tanta superbia!), ma solo per il piacere di far conoscere ai nuovi soci quello che è stato il Circolo prima della loro venuta e per ricordare ai soci ‘veterani’ alcuni momenti importanti della vita dell’associazione e la passione che li ha fatti restare uniti per tanto tempo. Di seguito si riportano alcuni spezzoni delle ‘interviste’ che sono servite come base per realizzare questa storia, che non è stata tratta da altri libri, ma è stata scritta in base alle testimonianze di chi ha vissuto in prima persona la vita del Circolo. Ci scusiamo in anticipo se potrete trovare eventuali errori o dimenticanze. “…oltre che per il prestigio che si è ottenuto negli anni, senza l’appoggio del Comune, il circolo non sarebbe andato oltre le prime dieci riunioni e non sarebbe quello che è oggi, perché anche quando non ci ha potuto dare una sede ci ha dato i soldi per pagarla.” Silvano Monchi “…si fece gruppo, eravamo molto uniti, oggi ci sono più gruppettini, ma perchè prima eravamo tanti meno. Comunque io la vita del circolo la rifarei tutta, le amicizie che ti fai, il darsi una mano, io ho cercato sempre d’aiutare gli altri, perchè se io con la mia esperienza sono arrivato fin qui, magari un giovane che ha voglia, e col mio aiuto parte da qui, arriverà più in là.” Luciano Vivoli “…in confronto agli altri, questo circolo è più familiare, più alla portata d’un fotoamatore, serve per formare una persona, per stare a contatto con gli altri, senza essere permalosi, mettendosi in gioco accettando le critiche che servono per crescere.” Antonio Coverini “…grazie al circolo e alla voglia di fotografare ci sono dei soci che hanno ricevuto onorificenze da parte della FIAF: BFI (Benemerito della fotografia Italiana) per meriti organizzativi, come il Sarri, il Falugi, il Coverini e il Monchi che ha anche l’ESFIAP (Excellence FIAP pour services rendus) a livello internazionale, l’AFI (Artista della Fotografia Italiana) per meriti fotografici come al Boddi, per chi ha raggiunto un certo numero di foto premiate ed anche io a suo tempo ho ricevuto l’AFI. E c’è anche a chi l’onorificenza gli ha fatto male e dopo che l’hanno ricevuta sono spariti dalla circolazione.” Luciano Cardonati   Figline Valdarno, Gennaio 2013